martedì 9 maggio 2017

Tuck me in - Dal corto al fumetto


Questa volta ho deciso di sperimentare sceneggiando una tavola partendo da un corto già esistente, per esercitarmi anche sulle possibilità e problemi che un approccio di questo tipo comporta.


La sceneggiatura di un fumetto è differente da quella di un corto, non solo per il medium di riferimento (con le proprie "regole"), ma soprattutto perché in quella per il fumetto non è presente il movimento.

Mi sembrava quindi un buon allenamento di sceneggiatura provare a fissare in una tavola a fumetti una storia rappresentata in un corto, andando a individuare in poche vignette le "chiavi" di quanto mostrato a video.

La mia scelta è caduta su un corto chiamato "Tuck Me In", un horror di un minuto vincitore del Filminute 2014.

Eccolo:



Il primo problema che ho avuto è stato capire che tipo di gabbia usare: sì che il film è molto breve, ma sarebbe bastata una singola tavola di fumetto? Alla fine ho deciso di sceneggiarla in due versioni, una in gabbia a 6 vignette e una in gabbia a 9.

Eccole:

Versione gabbia a 6


Versione gabbia a 9



Inoltre, mentre ci rimuginavo, picchiandomi con quella che mi sembrava l'impossibilità di "farci stare tutto", poco a poco ho cambiato atteggiamento e da una posizione di partenza che rischiava di ridursi a sceneggiare il "fotoromanzo" del video (una serie di fotogrammi pari pari del corto), ho capito che mi sarebbe stato più utile un approccio più libero. Così ho omesso qualcosa dall'originale e aggiunto qualcosa di diverso.
Esempio scemo: nell'originale c'è un'inquadratura in soggettiva da sotto il letto delle gambe del padre che si avvicina, prima che lo spettatore "sappia" che effettivamente c'è qualcuno sotto il letto. Mi piace e ha senso, ma ho deciso di non utilizzare una vignetta per questa soggettiva, "risparmiando spazio".
Allo stesso modo però, ho in un certo senso allungato il finale, prediligendo in entrambe le tavole la visualizzazione dello smarrimento del padre che alla fine si chiede quale dei due sia il figlio e cosa sia l'altro. Questo perché, anche se leggendo vari commenti al video molti sembra diano per scontato che il figlio sia quello sotto il letto, a me piace di più l'idea che non si capisca veramente: il "babau" è il bimbo a letto o quello nascosto sotto? Mi sembra ancora più inquietante in questo modo.
Per questo nella tavola in gabbia a 9 (tra le due quella che preferisco) ho anche aggiunto una "battuta" finale, detta da entrambi i bimbi, che in origine non c'è.

Ragionandoci, funziona benissimo senza questo orpello, ma ho deciso di mantenerlo comunque: su questo mi piacerebbe sentire anche i vostri pareri e differenti punti di vista, del resto questo blog ha come obbiettivo il confronto e la critica dei miei esercizi, non (solo) la soddisfazione del mio ego.

Come già detto per i post precedenti, se qualcuno volesse disegnare questo materiale mi farebbe molto piacere (per esercizio, per il proprio portfolio o che so io).
Gradirei però che mi avvertisse e che il mio nome venisse riportato sulla tavola.

Alla prossima!




2 commenti:

  1. Personalmente preferisco la versione con gabbia a 9; ha qualche dettaglio in più(il sorriso nascosto del padre,la vignetta muta che, a mio parere, enfatizza l'attimo di smarrimento del padre), che la rende più "appagante" per chi legge.
    La frase "Non guardi se c'è un mostro sotto al letto" sembrerebbe quasi un invito del mostro stesso a farsi scoprire: già sostituitosi al bimbo vero, sì fatto coccolare dal padre ignaro..Inquietante...

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  2. Anche a me convince di più la versione con gabbia a 9, quella a 6 è troppo "sacrificata".
    Per la questione bimbo-vero/mostro, in effetti vista come dici tu è sensato pensare che quello sopra al letto sia il "mostro". A me inquieta in entrambi i casi, ma prediligo comunque la soluzione in cui rimane aperto il dubbio e si affronta l'impotenza derivante dal fatto di non sapere quale dei due sia il mostro. Ma come dicevo è una mia preferenza, non per forza migliore rispetto all'altra.

    Grazie per il tuo commento (chiunque tu sia)!

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